2

Sindrome da stress lavorativo. Perché è così difficile ammettere di aver bisogno d’aiuto?

IMG_20170510_082542Lidia è un’insegnante. Lidia ha scelto di essere un’insegnante e non è finita a stare tra i banchi solo perché non riusciva a trovare un altro lavoro o perché “dopo le magistrali cosa altro poteva fare?”. Lidia ha fatto un altro percorso: studi universitari e scelte di vita concrete. Lidia aveva altri lavori da poter portare avanti, forse più redditizi, mentalmente meno faticosi, talvolta più gratificanti, ma ha scelto quello che sentiva di voler fare: insegnare. Lidia ha sempre pensato di voler intraprendere un lavoro che le permettesse di stare vicina agli altri, di aiutarli, di guidarli ma senza prendere in considerazione l’insegnamento. Quando poi, per caso, si è trovata a doverlo fare… un po’ per gioco e un po’ per sfida… ha capito che non poteva fare altro. Lidia si è rimboccata le maniche e, nonostante una laurea e figli a carico, ha deciso di riscriversi all’università per conseguire l’abilitazione all’insegnamento e ha iniziato a fare il lavoro che sognava. Lidia lo ha fatto per anni pensando che non ci fosse mestiere al mondo più bello del suo. E quando ha vinto il concorso per entrare in ruolo si è sentita la persona più fortunata al mondo ma ha anche provato grande orgoglio per essere riuscita dove molti avevano abbandonato o rinunciato. Lidia ha compreso che con il sacrifico, lo studio e la determinazione è possibile  raggiungere obiettivi insperati.  Così, anche nei giorni grigi, è arrivata a scuola con il sorriso e inventato mille modi per rendere leggeri i suoi alunni.

Lei a scuola si diverte come se fosse una bambina ma con la fermezza e il sangue freddo di un adulto, soprattutto nelle situazioni spinose, senza perdersi d’animo. Lidia è un essere umano e perde la pazienza quando la lezione prende una brutta piega ma poi, trova sempre un modo per concludere al meglio la giornata scolastica. Lidia, prima di addormentarsi, pensa a come reagiranno alla sua lezione i suoi alunni e allo stupore che vedrà nelle loro facce. È felice di fare il suo lavoro anche quando in classe si crea confusione o, per la stanchezza, non riesce a trascorrere abbastanza tempo con i suoi figli. Trascorre pomeriggi interi, dopo la scuola, a inventare e creare lezioni coinvolgenti, a escogitare un modo per far imparare con il divertimento e la passione. Ed è ben lieta di proporre i suoi laboratori anche a casa coinvolgendo i figli e gli amici dei figli. Come è ancora più felice quando ha l’occasione di poter condividere la sua esperienza con colleghi e futuri insegnanti. A Lidia piace andare a scuola anche quando tutto sembra in salita. Del suo lavoro le piace il fatto che ogni giorno sia sempre diverso dall’altro e sia indispensabile non perdere mai di vista gli obiettivi preposti: l’apprendimento critico, la formazione partecipata e il benessere degli individui e della società. A Lidia piace mettersi alla prova e trovare delle soluzioni ai problemi quotidiani. Ci è spesso riuscita, anche nei momenti di difficoltà ha trovato delle alternative valide. Lidia ha quasi creduto che lei, in fin dei conti, ce l’avrebbe sempre fatta. È riuscita a trovare un rimedio a buona parte dei problemi che le si son presentati e soprattutto a stabilire contatti con alunni e genitori. Lidia ha sempre creduto nella forza della collaborazione scuola-famiglia e nei rapporti umani tra le persone. Questo, per lei, è sempre stato un punto di partenza ma anche un obiettivo da raggiungere. Lidia, nel suo lavoro, crede che la diplomazia sia fondamentale come è fondamentale lo scambio reciproco con le colleghe. Nella sua strada ha incontrato insegnanti da cui prendere esempio e che l’hanno aiutata nei momenti di incertezza.  Lidia non capiva le colleghe che si lamentavano della stanchezza o dello stipendio. Lidia era molto critica nei confronti di chi aspettava i giorni di vacanza per stare un po’ a casa. Lei ha sempre desiderato andare a scuola. Lidia pensava che a lei certe cose non sarebbero mai successe. Credeva che lo stress lavorativo o l’ansia dello stare in classe non l’avrebbero mai potuta colpire, perché lei era diversa. Lei aveva la passione e la tenacia. La determinazione e l’efficacia.

Lidia si sbagliava. Continua a leggere